Il 2008 è stato un anno da dimenticare, ricordo le ultime sere dell’anno passate al terzo piano con il Sole che tramontava sempre prima, giornate sempre più corte,.. insomma, l’immagine della sera. Avevo fatto della malinconia e del vittimismo un dolce stato del mio animo. Ora quelle giornata sono diventate più lunghe, il Sole è sempre più alto, mancano pochi esami, … e poi nuovi impegni, nuovi stimoli,..insomma, nuova stagione. Mi capitava spesso durante la sera di pensare al motivo di una canzone di Raf, cantante da parte mia mai apprezzato più di tanto prima ( e forse nemmeno tantissimo ora..), però c’è l’avevo sempre nei pensieri sotto la doccia,.. forse sarà quel sintomo tipico di noi nobili malinconici, per la serie "che ci piace il sentimento blues…", sta di fatto che io usavo immergermi per poi farmi scivolare tutti questi pensieri addosso come se fossero gocce d’acqua che cadendo fanno rumore, anche se non so spiegarlo bene, però è stato un po’ come quando accade un terremoto che distrugge tutto, e dalla distruzione bisonga ricostruire, e si può ricostruire in tanti modi; riattaccare mattoni vecchi (restauri diciamo..), fare case popolari (tanto per far si che dal male si va al peggio…), oppure, come quando si suol dire che nelle difficoltà nascono le occasioni, ed allora ora che le vecchie case sono andate giù, c’è solo spazio per costruire tutto nuovo e meglio di prima. Solo che dalla distruzione alla ricostruzione deve passare sempre quel periodo lì, quel maledetto periodo, quello che per me è stato della malinconia, ma che forse tanti pensieri servono poi a riprogrammare la ricostruzione, e quindi evitare di fare case popolari o squallore nella mia vita, perchè è facile reagire con metodi diretti e immediati… è davvero difficile spiegare lo stato emotivo che noi tutti passiamo in queste situazioni, l’unica cosa che mi ha salvato è stato un frate francescano ed un po’ di coscienza pulita, e che non è stato facile mantenerla tale. Perchè forse avevo questa canzone?.. forse perchè leggevo dei libri strani, forse perchè mi sentivo senza un Dio, quando invece era proprio quel sentimento che faceva si che lo cercassi… e così riafforavano parole, note e frasi come sentire solitudini nell´ulivo del Getsemani e accendersi le voci dentro la città, quando non vogliamo portare le croci e quasi vogliamo sentirci senza un dio. E’ anche una parziale rievocazione dell’aspetto più umano della passione del Cristo, umano come noi nei nostri problemi. In quel periodo mi rispecchiavo in queste parole: "E la tua legge qui non rispetterò, resta dove sei, negli abissi miei non ti cercherò, oggi un dio non ho"… A chi non è mai capitato di camminare da soli nelle serate invernali sentendosi a disagio, come nella canzone sentir accendersi bandiere e feste inutili, campane ….. sentire moltitudini l´arrivo di altri popoli (ancora riferimento al Cristo). A me riecheggiava sempre l’ultima parte della canzone, quando dice di aver bisogno di aiuto e non c´è che da vivere, esistere , giorno dopo giorno ancora non mi arrenderò… oggi un dio non ho, sono morto anch´io se oggi un dio non ho ….