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Grazie…

Ho vissuto un forte periodo di stress, probabilmente dettato da dubbi interiori irrisolti, e non so se sia stato davvero questo a provocare i mal di testa ed ancor prima i malesseri avvertiti da fine luglio, fatto sta che ho vissuto dei momenti di forte dolore solo lontano dalla mia casa originaria e senza entrare nei particolari dico solo che ho vissuto un periodo particolarmente brutto e dolorose, momenti dove è piu’ evidente che il mondo che ti circonda ti gira intorno, anche vicino, mentre te non ce la fai più, ed avresti bisogno di riposo e comprensione. A volte nemmeno le persone che ti stanno piu’ vicino riescono a comprenderti, pur volendoti tanto bene. E’ assurdo che quando stai male con la salute averti piu’ solitudine proprio nel momento che avresti bisogno di piu’ aiuto. Magari non vuoi dare pensieri a nessuno e magari quel qualcuno che ti dovrebbe aiutare ti incolpa pure che li hai fatti preoccupare e che è colpa tua tua che non hai preso precauzioni, etc etc … Torno a casa per un po’ di relax, ma niente. Cosiì, un sabato sera, sono costretto al ricovero all’ospedale di caserta per 14 giorni dove faccio la mia esperienza non certo serenissima. Non so come sono gli altri reparti, ma quello di neurologia, che è vicino al reparto Stroke, è un posto che ti proietta in un’unica zona gli effetti del gran caldo di quest’anno, soprattutto la fascia anziana della socie la quale è molto più soggetta. La verità è che quando sei giovane la salute la vedi come un diritto, in queste due settimane mi sono passate le peggiori paure per la testa in quanto tutto portava ad una probabile malattia al cervello, cosa che mi fa venire i brividi solo a dirlo. Potrei scrivere pagine e pagine di quello che ho visto, a cominciare dagli infermieri fino alle persone che con la loro ignoranza mi facevano preoccupare con dichiarazioni assurde, per non parlare dei consigli che innumerevoli mi bombardavano il cervello e provenivano dalle persone piu’ disparate. E non è giusto, non si gioca mai con la salute con le persone. Ho visto chi mi è venuto a trovare, chi mi ha telefonato e chi mi ha telefonato davvero perchè mi vuole bene. Purtroppo, ho visto anche chi non si è interessato a me, e tra queste persone c’è anche la persona che in passato ho amato tanto e che fino ad oggi mi continua a dire che mi vuole troppo bene (ed io non riuscirei a capirla).  Il Signore non ci manda mai nulla per caso, ancora non so a cosa mi porterà questa situazione difficile ancora  lontana dal terminare, ma finora mi ha fatto capire (ed in alcuni casi dato) tante cose, ed è per questo che mi sento di dire comunque GRAZIE.  Grazie anche perchè  se un giorno dovessi riprendermi al 100 % avro’ capito le fortune che ho sempre avuto nel momento che mi sono mancate. Come disse Carlo Carretto nel suo libro “ho cercato e ho trovato”, “L’Ultima cosa che vede un pesce è l’acqua…” Ma insomma! Anche l’uccello non vede l’aria in cui vive. Però… prova a toglierela… vedrai come si dibatte!! Noi molte cose le vediamo solo quando non ce l’abbiamo piu’. A volte siamo come i pesci e gli uccelli. E per di piu’ quando riusciamo a vedere Dio? Spesso proprio quando ci manca ed avvertiamo la voglia di ritrovarlo. Forse tutta questa sofferenza ha avuto un perchè? Nel frattempo dico Grazie….


It has been so long time!

It has been so long time, from the beginning of my dreams, years are passing and all the things seem to be like a movie that you watched when you were younger,  almost a child.  You take a plane, few time of flight from your old home, your parents,  old smells, old picture, an old library, increasingly large. You take your old Aviation Encyclopedia, when i was maybe 13 or 14, organised page by page by me, with so jealousy, the beginning of so many dreams. The flights, the skyis, the trips, the world’s tour, the History, … emotions. Those pages were so new, and now so strange, after more than 10 years, they’re still new in my mind. Maybe i’m a romantic, or maybe i’m a nostalgic, but one thing is true: in my life i’ve done with passion, and the passion comes from the heart, and without heart we are nothing. No  haert eguals to No dreams, and No dreams egual to No job, No life. Your heart allow you to overcome difficulties, problems become bigger when you have no heart and not a real God. God gives us a Heart and our heart drives us in our life, in our dreams. Not all dreams are good, or good for us, but the most important things is to walk a way, begin to set out a road, because it’s not important the end of the climb, but what you heard on the way,  during the trip of your life. i suggest to all my predecessors is to have a lot of goals under the horizon, and thinking  only about the goal of today. It’s important to find the way of your life, it’s not important to have a wrong dreams, but to have a real dream. Walking along the way, you will find another ways, just one step later, new dreams. You cannot stop the time, you can only see it passes, i’d like  to fill this time in the better way. What we are are now depends from our past, and in thins old library there is a lot of my recent past, i’ve seen the road that i’ve just walked.


Il Parto dell’anima… vi scrivo una piccola storia

Da pag 129 a pagina 131 di Da un castello all’altro (d’un chateau l’autre, 1957), di Céline, la storia di una cagna; proviene dalle glaciali contrade della Danimarca dove era abituata a lunghe fughe nelle foreste. Quando Céline ritorna in Francia, la porta con sè. Fine delle fughe. Poi, un giorno, il cancro: “Non volevo farle una puntura… nemmeno darle un po’ di morfina.. avrebbe potuto avere paura della siringa… non le avevo mai fatto paura.. è rimasta in fin di vita almeno quindici giorni..oh, non si lamentava, ma io vedevo.. non aveva più forze.. dormiva accanto al mio letto.. a un certo punto, un mattino, ha voluto uscire di casa.. volevo stenderla sulla paglia.. non ha voluto… voleva stare da un’altra parte.. nel posto più freddo della casa, sui sassi… si è allungata dolcemente… ha cominciato a rantolare …era la fine .. me l’avevano detto, io non ci credevo… ma era vero, si era distesa in direzione del ricordo, da dove era venuta, dal nord, dalla Danimarca, il muso a Nord rivolto a Nord… una cagna estremamente fedele ai boschi dove fuggiva. Korsor, lassù.. fedele anche alla vita atroce.. i boschi di Meudon per lei non significano niente.. è morta dopo due, tre rantoli.. oh, molto discretamente… senza nessun lamento.. con una postura davvero molto bella, slanciata in fuga … ma su un fianco, stremata, finita.. il naso verso le sue foreste in fuga, lassù da dove veniva, dove aveva sofferto … Dio sa quanto! Oh, ne ho viste di agonie…qui, là… dappertutto.. ma mai nessuna così bella, discreta… fedele.. quello che danneggia l’agonia degli uomini è il tralalà… l’uomo, malgrado tutto, è sempre su un palcoscenico.. il più semplice”.

Milan Kundera, Céline, la cagna e la commedia umana, “La Repubblica”, 2 Gennaio 2008


Pensiero per il nuovo anno 2011

Quest’anno nel mio pensiero di natale volevo scrivere sull’importanza e sulla gratificazione ad avere una casa, ma poi, come spesso accade, non si ricorda bene cosa si è scritto negli altri anni e ti rendi così conto che sarebbe già un bel pensiero dare importanza a tutto ciò che si è già pensato in passato… a tutte quelle promesse che il tempo  ha rotto,… a tutti quegli obiettivi sfumati, forse nemmeno ricordati…  E’ che spesso si scrive, si spera, si pensa, come se tutto fosse nuovo, quando le cose sono sempre le stesse, è un innato bisogno di innovazione. Durante la messa di Capodanno leggevo sul libretto introduttivo un termine che designava il nuovo anno come “nuovo ciclo di vita sociale”,  un’espressione che mi ha fatto simpatia, forse perchè enfatizza il fatto che non si parla di nuova vita ma di un ripetersi di un qualcosa, forse una occasione di voltare pagina. Quando abbiamo voglia di cambiamenti cosa si fa?… in genere si cambiamo molte cose, in passato io ho cambiato un cellulare per dimenticare un periodo o una persona, ci sono società di alto marketing che usano cambiare i “nomi” alle cose, anche se pressochè uguali,.. ognuno a modo suo tenta per lo meno a far si’ che qualcosa sembri cambiato, è una necessità dell’anima. L’anno o due anni fa parlavo di obiettivi,… il mio augurio era quello di avere tanti obiettivi, ma prima di fissarne di nuovi, sono sicuro che quello passati siano stati realizzati??? Anche quest’anno ho l’occasione di scrivere su un quaderno nuovo il continuo dello stesso romanzo, pero’ come consuetudine io fisso degli obiettivi lì, un po’ prima dell’orizzonte. Mi piacerebbe finire il mio addestramento per il pronto impiego, vorrei finire gli due esami a Roma per l’ATPL, nel caso si aprisse la possibilità del corso di Inglese potrei farmi 3 mesi a Loreto, tanto per cambiare per l’ennesima volta luogo da vivere, … ma soprattutto, e dico soprattuto, voglio realizzarmi in questa mia nuova esperienza del volontariato, nella CARITAS, da poco faccio delle lezioni di italiano all’Help Center alla stazione centrale di Catania a dei ragazzi extracomunitari che meritano tantissimo, e da poco  ho provato (un po’ “spintaneamente” come si suol dire) una nuova esperienza al Talita Kum, centro per bambini e ragazzini nel quartiere di Librino a  Catania… vedremo come andrà, perche’ di stimoli ne ho tanti… E poi chissà, come altro obiettivo ci potrebbe stare anche qualcos’altro, ….  in fondo non nascondo che per il nuovo anno vorrei che ci fosse una tipa che si accorgesse di me.. o che forse io mi accorgessi di lei,… lei c’è, esiste e mi piace. Ma è tutto un punto interrogativo questa vita, e forse è meglio così… 🙂


Da oggi ho una nuova casa…

Si, da oggi ho una nuova casa, nel senso che oggi ho finalmente una Casa, la mia prima casa, una casa fatta di ampi spazi da vivere, una casa da arredare con il gusto di scegliere tutto ciò che hai sempre sognato, di riempirla dei tuoi pensieri, degli odori della tua nuova cucina da sperimentare, delle tue bottiglie forti in attesa dei tuoi ospiti, della musica che risuona in quelle pareti ancora vuote, dove hai finalmente potuto mettere quell’impianto audio che hai sempre pensato, dove puoi suonarela tua tastiera dopo un caffè, dove puoi buttare tutto a terra nel tuo stanzino vuoto,… vivere la casa significa ritornare ad un punto, cioe’ dopo tanto viaggiar e sacrifici che ti hanno allontanato da casa 8 anni fa puoi riavere ciò che avevi perso, significa sentirti di un posto, almeno per il momento, significa un punto di partenza, o un piccolo punto di arrivo. Certo, non è una casa di proprietà, ma cosa conta se ciò che vale è ciò che senti, ed io sento che è mia.

Da oggi ho una casa, una casa nuova, è una cosa che auguro a tutti avere una casa, è una fortuna non da tutti, oggi questa fortuna mi ha toccato con tutte le emozioni annesse a questo entusiasmo, svegliarsi la mattina dal Sole che trafigge la finestra  in una stanza tutta tua per poi andare in cucina per il caffè, girare tutta la Sicilia per quel mobile che manca, il progetto per il soggiorno, il quadro da incorniciare, i colori da sceglie re, gli attrezzii per improvvisarti un po’  carpentiere, … ma si!!    Il mio piu’ grande augurio vicino a questo Natale, in questa vita che ci vede andare e venire in questo mondo insieme alle persone a noi care, è che ognuno si possa sentire a casa, lì dov’è, sentirsi a casa propria, lo reputo un diritto!


Oggi ho cancellato 5140 sms…

Si, oggi ho cancellato 5140 sms, che di per sè non potrebbe significare nulla al di là di un numero considerevole,  ma che invece potrebbe rappresentare ben altro, come un simbolico inizio di questra dura transizione a cui ci hanno costretto quelli del “team di windows live space”, in quanto in effetti ho dovuto decurtare il 70 % o più del mio vecchio Space, uno spazio che faceva parte di una vita passata, che oramai non scrivevo più, e che per di più era diventato così ristretto che quasi potevo visualizzarlo solo io, e tanto più una persona mi era estranea, e tanto più forse era facile che la facevo entrare in quello spazio. Alla fine mi sono deciso in fretta e su due piedi a prendere questa decisione, ed ho perso un bel po’ di tempo per tirare su una mezza cosa decente, che non ha più nemmeno nello stile una continuità con i “cieli rossi” del mio “space”, quello che oggi avrebbe fatto giusto 6 anni e che era caratterizzato da sempre da uno stile caldo e uniforme che, per intenderci, aveva di base sempre un qualcosa di arancione… Ma  forse era in effetti inutile tenersi quello spazio dimenticato, ricco di tempo perso. Ed allora ho pensato che in fondo è giusto così, così come si bruciano foto vecchie e diari nei film, così  io passo avanti , tanto che ho deciso di aprire questo spazio, anche se in fondo nessuno lo leggerà, così come quasi nessuno leggeva l’altro. Quindi cosa può significare cancellare tutti i messaggi dal cellulare? forse nulla, se non per il fatto che quei messaggi erano tutti di una sola persona, e che ne ho cancellati altri 3000 da un altro cellulare (quello vecchio), sempre della stessa persona.  Perchè poi non li cancellavo? Non lo so, forse era un semplice sintomo di precarietà di un rapporto che in realtà già apparteneva al passato, fin quando poi sono diventati così tanti gli sms da perdere il significato iniziale. E’ che ora finalmente riesco a portarmi un qualcosa dentro ben più grande di sms, messaggi, post, scritti, mezze lettere,… mi porto dietro esperienze concrete, sentimenti ed emozioni, non più legati alla freddezza di bytes di memoria. Migliaia e migliaia di sms in effetti erano davvero tristi, tanto che da mesi avevo degli effetti collaterali sul mio cellulare, sintomatico del mio stato. I cellulari Nokia quando hanno la memoria piena di messaggi non avvisano più i messaggi entranti, e quindi non senti più la suoneria e devi sempre occhiare il display in maniera triste e malinconica. Il cellulare è vuoto ora, nella sua semplicità, ed i messaggi nuovi ora entrano facilcemente con un bel tono di avviso, rientra la normalità di un banale cellulare. Ho cancellato 5140 sms, e tutto è ricominciato a suonare…

 


Volevo spendere solo due parole per chi mette i piedi in due scarpe…

C’è una vecchia strategia che consiglia, nel dubbio, di non fare mai un passo più del necessario, in attesa che sia l’altro ad esporsi: comportamente banale, odioso e ipocrita…. ma che molto spesso ha ottimi risultati. SI! Perchè spesso si è semplicemente innamorati troppo di una persona incapace o forse l’altra persona non ama abbastanza; forse l’altra persona non sa amare piu’ di tanto: dove quasi tutti noi vediamo complicazione, quindi mistero e fascino, forse c’è solo vuoto e egoismo. Per di piu’, due, tre, quattro o più anni (tanto per dire) non sono poi così pochi per capire quali decisioni prendere o non prendere. Di solito si rivoluziona la propria vita all’improvviso, spinti da uno slancio irrefrenabile…. e se si ci pensa anno dopo anno, vuole semplicemente dire che si resterà dove si è. E probabilmente, anche se per me in passato stato doloroso ammetterlo, è la decisione migliore che a poco a poco porterà all’affievolimento della passione al di fuori del rapporto con l’altra persona che si tradisce e al ritorno all’ordine. Un rapporto che in genere fatto dal vedersi quando si puo’, dal dare da una parte che non fa altro che avvantaggiare inizialmente il buonumore. E non è importante cio’ che possono pensare gli altri…. eppure alla fine si finisce a sentirsi in colpa ( e probabilmente proprio la persona che tradisce) e quindi diventa addirittura una sopportazione eroica, quasi come una penitenza (al che mi vien da ridere), …. NON POI COSI’ PESANTE….

DAI IL MEGLIO DI TE…

Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
non importa, fa’ il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani
dimenticato.
Non importa fa’ il bene
L’onestà e la sincerità ti
rendono vulnerabile
non importa, sii franco
e onesto.
Dà al mondo il meglio di te, e ti
prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te

 
di Madre Teresa di Calcutta

C’é un tempo giusto per andarsene anche quando non si ha un posto dove andare

C’é un tempo giusto per andarsene anche quando non si ha un posto dove andare. Parole di un anonimo, riprese da un certo Ben Tomas, interpretato dal Will Smith di Sette Anime. Chissà cosa voleva dire, forse andarsene dalla vita di una persona, forse abbandonare un posto che è meglio lasciare, forse lasciare la piazza a qualcun’altro. E’ facile lasciare un posto per un altro, ma lasciare un cuore, il tuo cuore… non saprei. Spesso ho notato che dalle esperienze altrui si impara davvero tanto perche’ non solo si ragiona a mente fredda, ma capisci di tutte le volte che eri te in quelle situazioni. E magari capisci anche che quello che tu stai consigliando alla persona che sta male, amico o amica che sia a cui vuoi molto bene, come a me sta accadendo in questo periodo, è quasi il contrario di quello che io riuscivo a fare. E’ una cosa meschina lasciare una persona per un’altra, forse l’abbiamo fatto tutti quanti noi, ma si sa ke le persone non sono come gli oggetti che si possono scambiare, ne una ragazza si cambia con un’altra, nè viceversa. E’ che forse ci facciamo forti quando abbiamo una persona al nostro fianco, o meglio un’altra persona nel nostro caso, l’altra persona non ci fa desiderare più null’altro dell’altra, perchè quell’altra forse non ci aveva mai dato tutto (come forse dovrebbe essere l’amore). Diceva San Francesco che l’amore non è amato, probabilmente in questo mondo è vero. Ma quando noi amiamo alla follia facciamo di tutto per non perdere quella persona, ci attacchiamo ad ogni singola parola che vogliamo sentirci dire quando sappiamo benissimo che non ci sta dando affatto quello che noi vogliamo. Ed è una storia che si ripete sempre, anche stando semplicemente alle persone che vuoi bene e che vedi soffrire per questo motivo. E quando arriva il momento di andare via…. beh, non ce la facciamo ad andare via, ci manca il coraggio e la speranza di vivere senza quel poco che comunque ci mancherebbe… e perche’?… perchè non c’è nessun altro che colma un vuoto che noi stessi abbiamo creato, perche’ non abbiamo un posto dove andare, e forse non ce l’avremo mai se non cominciamo a lasciare il posto sbagliato. Chi ha orecchie per intendere, intenda.


Pensiero di Natale 2009

Volevo fare gli auguri a tutti, alle persone belle e alle persone brutte, anche quelle brutte nell’animo, perchè a Natale dobbiamo essere tutti più buoni. E soprattutto volevo augurare tanta pace, ma non la pace intesa come darsi la mano e dire "pace" ad un’altra persona. La pace che intendo io è la pace interiore che gli ebrei chiamano Shalom. Quella è la vera pace che conta, e non solo a Natale. In realtà non è che voglio fare un pensiero di Natale, ma più che altro  semplici auguri. Auguri concreti e che tutti noi possiamo trovare una condizione interiore che non ci porti a sbagliare, ma che ci consoli e ci faccia amare le cose che abbiamo. Quest’anno ho avuto un po’ di sfiga perchè passerò il Natale su una nave (più di 10 ore), per fare servizio il 26 Dicembre a Catania. Poi il 27 sera starò di nuovo dai miei per riprendere l’aereo il 30 Dicembre da Napoli per Milano, dove quest’anno vorrei fare il capodanno. Personalmente la cosa più bella che mi ha portato il Natale è la fine di una preoccupazione che si è conclusa (alla fin fine) con una soddisfazione, quella tipica che arriva dopo ogni difficoltà e che ti danno, perchè no, anche gioia, come per me  aver passato gli esami a Roma (precisamente all’ENAC) dopo tanti avvenimenti che mi hanno dato delle preoccupazioni e delle agitazioni non indifferenti. Non è giusto che ci siano situazioni, persone o altro che distolgono la nostra attenzione da soddisfazioni del genere! Ed in questo Natale assaporerò tra un panettone e l’altro queste soddisfazioni, e tutte quelle di un anno  passato (laurea compresa) che sono tutte personali. Ciò che  è nostro è solo ciò per cui veramente lottiamo e perciò sentiamo tale. Quindi tutte le piccole cose che ho ottenuto sono tutte mie e guadagnate ed è per questo che questo Natale ringrazio Dio per questi doni. Ed inoltre ringrazio Dio per tutti i buoni propositi che ho  per il nuovo anno, perchè gli obiettivi e, soprattuto,  la voglia di raggiungere gli obiettivi sono il motore della nostra vita.  Forse non avere la pace interiore è solo questioni di non avere obiettivi o, peggio, avere obiettivi sbagliati. Cercherò di fare gli auguri a più persone possibili quest’anno, ma nel dubbio preferisco fare poki auguri ma buoni. Perciò, tanti auguri di buon Natale, che possiate avere il vostro incontro personale con Gesù (per chi lo cerca con vera fede sincera) e che possiate avere tanti obiettivi che vi possano dare tante soddisfazioni e possano rendervi felici di voi stessi ed avere tanta pace interiore! SHALOM!